Rivista Guardiani e Molossi
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Il Dogo Argentino è una razza che, come altre, è stata un po’ “zingara” nel suo peregrinare nei vari gruppi della cinofilia ufficiale. Creata da Antonio Nores Martinez come cane da caccia, è stato riconosciuto dalla F.C.I. nel 1973 e classificato nel gruppo 2, quello dei cani da difesa e utilità, successivamente è stato trasferito nel Gruppo 5 (che allora comprendeva i segugi per grossa selvaggina) e nel 1987 è migrato di nuovo nel Gruppo 2, nella sezione molossoidi di tipo dogo.
Dunque prima il Dogo è stato considerato un molossoide, poi un cane da caccia e successivamente di nuovo un molossoide, esaltando la sua attitudine alla guardia e alla difesa piuttosto che alla caccia. Ben selezionato, ben educato e ben socializzato, il Dogo Argentino può diventare un perfetto cane di famiglia: dolce e affettuoso con tutti, paziente e protettivo con i bambini, ben disposto verso gli estranei se non costituiscono un pericolo, ma pronto a difendere i suoi cari con determinazione, se necessario.
Già nei primi mesi di vita il Dogo dà inizio a lotte con i fratelli di cucciolata per stabilire le gerarchie e continuerà a farlo anche dopo il suo ingresso in famiglia e, soprattutto se maschio, cercherà in tutti i modi di ribadire la sua dominanza; spetta al padrone intervenire cercando di guadagnare la sua stima con l’autorità, senza mai ricorrere a punizioni corporali. Occorre essere fermi e coerenti nell’assumere il ruolo di capobranco, insegnandogli da subito i comandi di base, abituandolo ad andare al guinzaglio, a frequentare persone al di fuori della famiglia e a vivere il maggior numero di esperienze nuove. L’importante per una serena convivenza è non viziarlo mai, né concedendogli da cucciolo cose che pensiamo di vietargli quando sarà adulto. Una volta cresciuto, necessita di meno movimento di quanto ci possa immaginare, anche se non devono mai mancare passeggiate quotidiane per tenerlo in forma.
Le sue esigenze
Il Dogo Argentino è un cane dalla spiccata sensibilità, il suo padrone non dovrà quindi mai usare metodi bruschi o tentare di imporsi con la forza o le maniere dure. Se si è inesperti e non si sa come comportarsi, è bene rivolgersi all’allevatore che ci ha ceduto il cucciolo o a un educatore per avere i giusti consigli. Un limite della razza è l‘aggressività verso i suoi simili, che comunque può variare da soggetto a soggetto ed è in genere più marcata nei maschi. Sicuramente una precoce socializzazione può sortire il suo effetto!
Sportivamente di famiglia
Dimenticate le distese argentine in cui dedicarsi alla caccia grossa, le qualità del Dogo Argentino possono emergere anche in altre discipline, dall’agility all’addestramento sportivo. Un Dogo, infatti, può dare soddisfazioni nelle prove di lavoro, ma l’addestramento deve avvenire in modo corretto, tenendo presente che ha una crescita più lenta di un Dobermann o di un Rottweiler. Non bisogna avere fretta di bruciare le tappe; sicuramente la razza eccelle nelle prove di pista, grazie all’ottimo olfatto ereditato dal Pointer, una qualità che ha reso possibile l’impiego di alcuni soggetti in Protezione Civile per la ricerca di dispersi su macerie. Il Dogo è un eccellente cane da guardia e un formidabile cane da difesa, non ha bisogno di essere addestrato in questo senso perché ricopre questi ruoli istintivamente grazie all’affetto smisurato che nutre per la famiglia e al suo desiderio di proteggere non solo tutti i suoi membri, ma anche la dimora in cui vive insieme a loro.